martedì 24 settembre 2019

Come on with me, babe

Sono quasi le 18, pioviggina, monto sulla mia MTB ed esco per un giretto.
Dopo appena 2 km sulla ciclabile vedo una ragazza in bici con le sacche laterali china sul suo cellulare che guarda una mappa. Convinto che cerchi la direzione del centro mi fermo per indicargliela. Nel mio scarsissimo inglese le chiedo dove vuole andare.
Mi risponde con accento austriaco: "ZZUGLIANO". 
"Ehmmmm, ehmmmm" come faccio a spiegarle che siamo a Udine Nord e lei dovrebbe attraversare tutta la città per poi dirigersi verso Ovest? Come spiegarle che troverà ciclabili che si interrompono nel nulla? Come dirle che se non si sbriga farà buio?
Non ho scampo...ho fatto una figura di m...a fermarmi ma ad un tratto... idea.
"Come on with me babe"
Tra l'incredulo e il dubbioso se fidarsi di questo uomo nero decide di seguirmi. 
Attraversiamo tutta la città e dopo alcuni km la porto su una strada dalla quale non può più sbagliare. 
Daniela, questo il suo nome, è partita da Linz e vuole raggiungere Venezia. Mi riempie di una abbondante quantità di CRAZZIEMILLE e ci salutiamo. Far del bene fa bene e chissà che un giorno il Fato non mi restituisca questa gentilezza.

giovedì 19 settembre 2019

MTB su e giù per l'Ippovia del Cormor

Per fortuna non tutti i mali vengono SOLO per nuocere.

Il fastidio alla chiappa sinistra (che si tratti di nuovo del piriforme?) mi impone di mollare la corsa e quindi di ricorrere alle "scorte" di altre attività fisiche che mi provochino meno dolore.

Stamattina la scelta è caduta sulla MTB che di solito non mi entusiasma molto.

Ho preso la direzione dell'Ippovia che mi ha consentito anche di evitare di essere troppo esposto al vento che soffiava con raffiche decise e lo fa già da ieri.

Come al solito giunto a Vendoglio ho smarrito la strada ma in qualche modo ho raggiunto Buja da dove ho ripreso l'Ippovia.

Ora dovrei sapere la strada e non sbagliare all'incrocio di Vendoglio nella prossima occasione.

Le sensazioni in bici erano veramente buone nonostante abbia fatto quasi tutto sterrato.

Verso la fine all'altezza di Tavagnacco ho superato una lunga fila di ciclisti austriaci tutti sulla sessantina.

Più avanti mi sono fermato per filmarli perchè mi hanno veramente provocato uno stato di gioia.









lunedì 16 settembre 2019

Passo Cason di Lanza

 Una domenica insolita con sveglia molto tarda, probabilmente i nostri fisici hanno bisogno di riposo.
Sono già le 11 ed ancora non abbiamo deciso cosa fare, ci poniamo un paio di alternative poi decidiamo di andare verso Paularo e da lì prendere la salita che ci porterà verso Cason di Lanza ma non siamo certi di arrivarci anche perchè nessuno dei due conosce questa salita.
La nostra escursione seguirà il sentiero CAI 441.
Il sentiero si presenta da subito molto bello, immerso nel bosco e con un fondo che si alterna.
Ad un tratto incrociamo un tratto di cementato ed appunto in questo tratto sentiamo parlare una bambina, sbuca da una stradina ed inizia a parlare. Avrà 5 anni, ci dice che si chiama Beatrice e che è sola perchè i suoi genitori sono andati a raccogliere funghi. Abita in un casolare lì vicino.
Siamo ormai vicini a casera Pizzul, il bosco lascia spazio ad un ampio prato dove un discreto numero di mucche sono al pascolo.


C'è pure una minuscola chiesetta che merita una foto. Decidiamo di non fermarci per tentare di continuare la nostra escursione. Ci dirigiamo verso Forca Pizzul e subito compaiono ai nostri occhi un paio di funghi che sono certamente da lasciar perdere.

Giunti alla Forca il panorama è bellissimo.



Si prosegue verso Forcella di Lanza ai piedi di monte Zermula. 
Una bella discesa senza troppe difficoltà se non il terreno scivoloso ed in breve siamo a Cason di Lanza.
Il rifugio è pieno di ospiti, in particolare di triestini. Giusto il tempo di bere una birra e si riprende la strada per il rientro che decidiamo di fare per la strada asfaltata che ci vale anche da ricognizione per una prossima salita in bici.




In alcuni tratti il panorama è veramente suggestivo, il Sernio ora è quasi tutto scoperto.


A metà discesa ci fermiamo in una Malga per fare scorta di ottimo formaggio.











giovedì 12 settembre 2019

Ascesa al Cuarnan al crepuscolo

Non scopro nulla di nuovo svelando che il crepuscolo ha il suo fascino in qualunque ambiente naturale venga vissuto ma posso certamente affermare che dalla cima di una montagna aumenta ulteriormente la sua bellezza.
Milena mi aveva scritto di andarla a ptrendere a Gemona dove era per lavoro e di portare l'abbigliamento per fare una camminata sul Cuarnan. Considerata l'ora dell'appuntamento si sarebbe trattato solo di una ascesa parziale perchè il tempo a disposizione era assai poco.
Da uomo previdente e soprattutto conoscendo la donna ho messo nello zaino anche qualcos'altro.
Si parte come al solito dal centro ricreativo. Milena è ancora debilitata (addirittura dovrebbe riposare) per cui mi pongo io davanti appena il sentiero impedisce di camminare fianco a fianco.
Seguiamo il sentiero che "taglia" ed attraversiamo più volte la strada che porta su alla malga. Dopo la salita diventa più ripida, Milena mi è sempre alle spalle, alle costole oserei dire.






Nei pressi della chiesetta incontriamo 3 altri escursionisti con i quali procediamo allo stesso passo fino al pianoro.
Qui loro si fermano mentre noi senza parlare ci capiamo che visto che siamo arrivati fin qua tanto vale raggiungere la cima.
L'ora è ormai avanzata e le lampade frontali che previdentemente ho messo nello zaino certamente ci serviranno durante la discesa.
La chiesetta in cima è sempre più vicina ed intanto anche la luna ha fatto la sua comparsa. E' una luna quasi piena che fa da testimone alla nostra piccola pazzia.

Alle nostre spalle il sole è ormai tramontato ma la sua luce rende al panorama colori indicibilmente belli.
Il Chiampon svetta sulla nostra destra quando affrontiamo la discesa.


Riusciamo ancora a camminare senza ausilio della frontale fino a giungere al pianoro.
Sono ormai le 20.15 ed è buio.
Prendiamo la strada sterrata che ci porta fino all'altezza di Malga Cuarnan e successivamente la strada asfaltata che con infiniti tornanti ci porta verso valle.
E' infinita. Siamo soli e nel silenzio più assoluto. Come ha modo di dire Milena: "Neppure i grilli".
Quando incrociamo un sentiero che ci sembra il notro lo prendiamo ed invece non si tratta di quello giusto. Poco male... si tratta solo di allungare ulteriormente la nostra passeggiata.
Anche questa altra "PAZZIA" va in archivio.