venerdì 16 agosto 2019

Altro piccolo mattoncino: il Matajur





E' quasi mezzanotte quando rivelo a Milena il desiderio che ho in testa per la mattinata di Ferragosto (tenuto conto che nel pomeriggio devo lavorare). Avrei voglia di scalare il Matajur per aggiungere un'altra cima in questa nostra estate ciclistica. Lei non vi è salita mai in bici e più volte ha rivelato questo desiderio.
Io lo avevo scalato nel lontano 2011 partendo da Cividale.
Detto fatto dopo abbondante colazione si parte. Non mi pongo neanche tanti problemi, fiducioso che torneremo in tempo per il lavoro. Fino al bivio di Ponte San Quirino non abbiamo ancora deciso che versante attaccare: Mersino, Savogna o Cepletischis. Milena mi lascia scelta ed allora un po' a caso. un po' fidandomi del racconto di Gianni Beltrame opto per Mersino.
Facciamo la strada che porta verso la Slovenia in leggerissima salita e controvento che ci prova oltre il dovuto. Al bivio un attimo di pausa e lappato il nostro Garmin partiamo.
La salita fino a passo di Glevizza è indicata in 10 km con dislivello di 800 m e pendenza media dell'8% con punte del 16.
Parto con qualche secondo di vantaggio che conservo a lungo. E' strano perchè di solito Milena mi straccia. O ha una giornata negativo oppure secondo me sta utilizzando rapporti troppo duri.

 Non conosco la strada per cui arriviamo al passo quasi senza accorgerci. Stranamente dopo inizia una leggera discesa nel bosco. Boh!!! Sebbene abbiamo incontrato un paio di segnalazioni per Matajur non sono convinto di essere sulla strada giusta.
 Dopo un po' si intravede l'abitato di Montemaggiore. Ricordavo che a questo punto ci fosse uno strappo duro ma non immaginavo "che fosse così durissimo". Riesco a pedalarlo utilizzando l'ultimo rapporto, il 34/32; Milena invece anche disturbata da una auto che vuole necessariamente superarla è costretta a mettere i piedi a terra con una mezza bestemmia. (Mi sembra giunto il momento di montare anche sulla sua bici un allestimento di rapporti più agili se vogliamo scalare cime con pendenze superiori).
La salita riprende e con gli ultimi rettilinei esposti al sole raggiungiamo il Rifugio Pelizzo che segna la fine della nostra scalata. In quest'ultimo tratto Milena ristabilisce le gerarchie staccandomi. C'è tanta folla di escursionisti e gitanti del Ferragosto che rendono meno magica la conquista di questo traguardo.
Solo il tempo di una foto panoramica e poi bisogna "volare" verso casa perchè ho fatto male i conti.
Non lascio un attimo di respiro pedalando a testa bassa ma riusciamo ad arrivare quasi in tempo tralasciando le bestemmie delle gambe di milena che arrivano assai provate.
Però valeva proprio la pena impiegare in questo modo questa mattinata.

giovedì 15 agosto 2019

Bici+Run al Lago di Cavazzo

 Ieri pomeriggio Milena mi scrive: "Ho avuto una idea malsana, sono a Trasaghis, mi vieni a prendere che poi ci torniamo in bici e poi facciamo il giro del Lago di corsa?"

Come si fa a dirle di no?

Alle 17.30 inforchiamo le nostre bici e ci dirigiamo verso Gemona, il cielo non è certo molto incoraggiante, completamente coperto di nuvole anche se le previsioni non dicono pioggia.
Scegliamo di andare da Nimis-Tarcento-Magnano-Artegna. Siamo sempre in pianura per cui dandosi cambi (non troppo regolari in realtà) riusciamo a tenere una velocità discreta (per noi).
Quando arriviamo dove è parcheggiata la sua macchina per cambiarci e depositare le bici sono abbondantemente passate le 18.30, orario di partenza della Marcia non competitiva.
Ci bastano pochi minuti per raggiungere il Lago di Cavazzo dove è posta la partenza.
Quando giungiamo alle iscrizioni siamo ormai gli ultimi e l'addetto si accerta che la facciamo correndo, lo guardo negli occhi e lui intuisce di aver detto una minchiata.
Conosciamo molto bene il giro del Lago e ne apprezziamo tantissimo la sua varietà sia come fondo che come saliscendi.
Facciamo 3-4 km assieme poi una volta giunti sull'asfalto lascio andare un po' le gambe che colgono al volo l'occasione per liberare le energie. La mia corsa si trasforma in un ottimo progressivo. Anche Milena completa la sua corsa giungendo solo pochi secondi alle mie spalle.
Si potrebbe definirlo combinato per un triathleta ma visto che noi non lo siamo continuiamo a chiamarlo Bike+Run molto soddisfacente

lunedì 12 agosto 2019

208 km sulla ciclabile della Val Pusteria

Era una idea balenata solo poche settimane fa quando acquistammo la cartina informativa della ciclabile della Val Pusteria.
Percorrere la ciclabile che collega Rio di Pusteria a Lienz...però alla nostra maniera farlo esagerando: andata e ritorno.



 Il we libero di inizio agosto è l'occasione ideale. Prendiamo alloggio a Iselsberg come nella precedente occasione (splendida location) e domenica mattina alle 9 in punto siamo pronti ad inforcare le nostre bici nei pressi della piscina di Lienz.
La ciclabile è molto ben segnalata, affianca il fiume sul lato sinistro.
Percorsi una decina di km improvvisamente siamo costretti a cambiare lato e prendere un tratto di cliclabile sterrata in quanto quella originale è stata distrutta da qualche frana.
Si viaggia comunque bene nonostante la bici da corsa non sia l'ideale.

Purtroppo il cielo è nuvoloso e sulla nostra sinistra, quello dei monti, la vista ci è celata mentre sul lato destro la campagna verdeggiante è ben visibile. Dopo una ventina di km iniziamo ad incrociare tanti ciclisti che procedono in direzione opposta rispetto allo nostra. Diventano sempre più numerosi e alle volte distratti per cui siamo costretti più volte ad invitarli a tenere la destra.
Dopo quasi 40 km lasciamo l'Austria dopo aver superato Sillian. La prima tappa in Italia è San Candido, ci ripromettiamo di fermarci in centro al ritorno. Le Drei Zinnen che si annunciano sulla nostra sinistra sono quasi completamente celate dalle nuvole, non ci resta che sperare in un pomeriggio sereno che ci consenta la visione al ritorno.

Dobbiaco. Impossibile non ricordare l'arrivo della corsa Cortina-Dobbiaco che più volte ho corso.
I ciclisti sono sempre più numerosi e visto che in questo c'è la diramazione per la ciclabile che conduce a Cortina siamo anche indotti in errore, per fortuna rimediamo dopo solo un km.

Brunico. Pedaliamo ora molto meglio perchè siamo in leggera discesa seppure i saliscendi si succedano.

San Lorenzo. Finalmente una fontanella che ci permette di ristorarci. Ora è veramente caldo.

In poco più di 4 ore con 105 km raggiungiamo Rio di Pusteria e nella Piazza della Chiesa consumiamo il nostro pranzo con una ottima birra. Il servizio è lentissimo ma è una ottima occasione per prendersi una mezz'ora di riposo.

Inevitabile una foto con lo sfondo la chiesetta.


E' ora di riprendere. Mettiamo in conto qualche pausa ma convinti che la nostra piccola impresa si stia maturando.

Invertita la direzione inizia il rientro.

 Per fortuna il cielo si è rischiarato ed i panorami sono veramente favolosi tanto è vero che più volte ci fermiamo per immortalare il momento.
Il traffico sulla cilabile continua ad essere intenso anche se decisamente inferiore rispetto all'andata.

A San Candido come promesso ci fermiamo per godere della cittadina ma pure di una ottima Coca Cola che ci ricarichi.

Le Dolomiti dominano alle nostre spalle e San Candido è letteralmente invasa da turisti.
 Si riprende, ormai è tutta discesa e pedaliamo in grande scioltezza.
Anche il tratto sterrato vola via in un battibaleno.
 Nonostante le previsioni il viaggio di ritorno scorre molto più veloce dell'andata. Chiudiamo con 208 km in poco meno di 8 ore.


giovedì 8 agosto 2019

Osternig con Giulia

Poche parole per sintetizzare la mia gioia per la prima escursione in montagna con Giulia.





Quale migliore scenario dell'Osternig per esordire con le camminate in montagna e difatti Giulia è rimasta entusiasta.


Partiti dal parcheggio abbiamo fatto una prima tappa al rifugio Nordio per un caffè prima di intraprendere il sentiero.
C'erano almeno un paio di comitive di numerosi escursionisti che abbiamo trovato anche sulla via del ritorno con tanti bambini.

Quando il bosco finisce si apre uno scenario verde incantevole.
Numerosissimi i cavalli e le mucche al pascolo.


Non manca anche un gregge di pecore.
Giulia ne approfitta per far qualche foto ed un breve video.
Una scena coglie la nostra attenzione. Un cavallo solitario, immobile, sembra guardare il branco dall'alto di una collinetta, abbiamo immaginato che fosse il capobranco.
Dopo aver raggiunto il rifugio ci avviamo verso la cima che raggiungiamo dopo poco tempo. Siamo oltre quota 2000 s.l.m. e per Giulia si tratta della più alta quota mai raggiunta.

Mentre scrive una strofa di una poesia la sorprendo alle spalle con una "scarica" di foto.





Peccato che il cielo sia offuscato dalla foschia e ciò non permetta di godere appieno del panorama.
Lungo il primo tratto di discesa ci imbattiamo in un gregge di capre...
...alcune delle quali con un vello assai originale.


Per la discesa, dopo aver mangiato un favoloso strudel al rifugio, scegliamo di seguire un sentiero diverso che ci porta a passare vicino alla chiesetta di Madonna della Neve.
La nostra bella escursione si conclude felicemente e con soddisfazione dopo circa 3 ore e mezza


Sulla via del ritorno passiamo dal Lago del Predil.