mercoledì 4 gennaio 2017

Corsa in progressione

Oggi ero pronto per uscire a fare la mia camminata. Ero sovrappensiero per cui ho indossato la canotta che di solito uso per correre e le scarpe leggere...a quel punto quando ho realizzato mi son detto...e andiamo con la corsa.

Non avevo voglia di fare tanto perchè venerdì mi spetta una maratona. Scelgo quindi di impostare una mezz'ora di corsa in progressione che è la tipologia di allenamento che mi stimola e mi gratifica di più.
Non è facile correre in progressione, bisogna conoscere molto bene il proprio corpo e sapere cosa si può chiedere, caratteristiche che si acquisiscono solo dopo tanta esperienza.


I miei 7 km sono stati interpretati proprio in modo ideale.

Di seguito una sintetica descrizione dei vantaggi della corsa in progressione




"I benefici della corsa in progressione sono evidenti soprattutto nelle corse di lunga durata, un po’ meno in quelle su medie distanze, difficilmente riscontrabili nelle corse molto veloci a meno che non siano condotte ad intensità non massimale.

C’è una sinergia positiva di alcune azioni muscolari, nella corsa in progressione che va a migliorare la biomeccanica del gesto tecnico. Questo avviene da un punto di vista proprio “meccanico” dell’azione di corsa, ma poi c’è anche un substrato energetico e qui, una volta tanto, per fortuna, il doping non conta, che trae beneficio dalla progressività dell’impegno. Le due cose si autoalimentano e mentre chi corre in progressione corre sempre meglio e pure con una buona riserva energetica chi corre in regressione corre male e finisce prima le riserve energetiche perchè è un disastro che degenera: corre male e dunque spende di più, per questo corre sempre peggio e continua a spendere sempre di più.


Anche l’aspetto psicologico della corsa in progressione non è trascurabile. Nella prima fase della corsa quando le riserve energetiche sono ancora integre è più facile controllare la corsa e quindi frenare un pò producendo una corsa forse non ottimale ma ancora opportuna per quella fase della corsa. Quando sale la fatica è opportuno che la corsa prodotta sia la migliore possibile e ciò può accadere solo se riesce ad aumentare ancora. E’ proprio aumentando l’andatura infatti che si innescano quei fenomeni di ottimizzazione della corsa sia dal punto di vista biomeccanico che dal punto di vista energetico.

 quando parliamo di distanze lunghe certamente la capacità di correre in progressione diventa fondamentale per contenere la fatica e riuscire nel contempo a mantenere uno standard di prestazione più che decoroso."

(cit. PTG)

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