sabato 28 gennaio 2017

Allenamento pro Passatore


Arrivo Maratona del Lamone Aprile 2004



Cronaca di un allenamento fuori della norma

Udine 16 maggio 2004

Oggi ultimo allenamento lunghissimo in funzione del Passatore.
Sveglia ore 04.30, colazione come si deve, preparazione della sacca con due borracce di sali, una banana, un brick di maltodestrine e due pastiglie di Enervit GT; prima di uscire di casa abbondante caffè di quello fatto alla moka come si usa nel sud (che tinge la tazza).
I miei propositi sono di andare a sensazione, cioè di provare ad iniziare con l'intenzione di fare molti km ma solo a condizione di sentirmi bene; arrivato al Parco del Cormor indosso i miei auricolari, sintonizzo la radio sulle stazioni di Radio Dee Jay e alle 5.48 parto.
A metà del primo giro vedo un bello spettacolo della natura, di quelli che nelle città sono difficili da ritrovare: tre lepri giocherellano fra di loro, alla mia vista scappano, si fermano, si voltano indietro, riscappano; poche centinaia di metri e le reincontro dall'altro lato del Parco.
Decido di togliere gli auricolari, intorno a me decine di uccelli cinguettano e gracchiano e fanno altri versi a seconda della specie, la maggior parte di loro è intenta a cibarsi approfittando della brina mattutina che ha spinto fuori dalla loro dimora tanti insetti, lumache e altri vermi; il rumore del torrente Cormor in un tratto in cui lo costeggio a pochi metri è splendido se sommato a tutti gli altri suoni della natura che a quest'ora della domenica mattina non è inquinata dalla presenza umana, se non da qualche scocciatore come me.
Al termine del secondo giro, quindi alle 6 un'altra presenza umana irrompe nella tranquillità della natura, si tratta di una signora sulla cinquantina che non avevo mai visto che da lontano mi invia il suo saluto. Rispondo con un "salute" ad alta voce che ha il doppio significato di saluto e stigmatizza il nostro gesto mattutino che rappresenta sicuramente vigore per il nostro corpo.
La mia corsa in solitaria continua per alcuni giri, le lepri mi fanno compagnia ancora per un paio di giri, poi uno alla volta altri podisti arrivano sul percorso e loro scompaiono espropriate dal proprio territorio.
Alle 6.30 sono al decimo km, prendo al volo la borraccia posizionata sul palo della luce punto di ritrovo per i podisti avventori del Parco del Cormor, la giornata si presenta calda ed infatti poco dopo con un veloce pit-stop prendo al volo la mia canotta di Podisti.net e la sostituisco alla maglia a maniche lunghe ricordo della splendida per me Maratona di Treviso che rappresenta oltre che un bellissimo ricordo anche il mio miglior risultato stagionale.
Allo scadere della prima ora di corsa ho percorso circa 13 km esattamente il ritmo che avevo previsto nella mia mente, le sensazioni buonissime, comincio a pensare che farò un buon allenamento anche perchè fra poco ho appuntamento con il mio amico Nuccio che mi accompagnerà per alcuni km prima di lasciarmi alla cura di altri amici che so arriveranno alle nove; se tutto va bene la mia corsa in solitario sta per terminare.
Incontro altri podisti, alcuni sconosciuti, altri visti tante volte al Parco ma con i quali non ho molta confidenza, ma di domenica mattina presto accomunati dalla stessa passione il saluto e un'aria di complicità ci coinvolge, siamo complici della stessa passione che ci fa soffrire e godere allo stesso tempo.
Passo alla mezza maratona in 1:42' in grande scioltezza, sono ancora all'inizio da poco mi sono risintonizzato su Radio Dee Jay dove lo speaker Vitiello si chiede cosa stiano facendo i radioascoltatori sintonizzati: naturalmente si tratta per la maggior parte di lavoratori impegnati in tutte quelle attività che anche la domenica continuano; mi colpisce la telefonata di un ragazzo che comunica che lui come me sta correndo in un parco, quante volte avrei voluto comunicare questo tutte le volte che sento menzionare le varie attività in svolgimento dagli ascoltatori, lo ha fatto l'anonimo amico per me.
Questo episodio stimola lo speaker Vitiello a ricordare che nella giornata odierna, a Milano si svolge una gara molto particolare che vede al via sulle distanze di 5 e 10 km tante giovani e meno giovani donne: si tratta dell'Avon Running gara nella quale so essere impegnate tante ragazze e atlete che conosco personalmente o tramite il web e fra le tante anche un'altra speaker della radio che si chiama Paoletta.
I km scorrono, conto nell'arrivo di Nuccio per alleviare l'inizio di una certa ripetitività del solito giro di 1640 m, ma l'amico si fa attendere, non ci posso credere che mi abbia fatto il bidone, se così fosse bisogna aspettare le nove per accodarsi al treno di altri che puntualmente ogni domenica si ritrovano al Parco.
Dopo i 28 km quasi senza accorgermene il ritmo si alza leggermente, le gambe vanno da sole e corro più di qualche giro a 4' 30''-4'35'', troppo presto per aumentare, mi dico e per fortuna quando ormai ho corso 37 km intravedo da lontano due degli amici che attendevo Loris e Spampinato, una altra progressione per raggiungerli e poi mi accodo a loro  procedo al loro ritmo tornando a correre intorno ai 5 al km, di lì a poco ci raggiunge anche Nuccio, Federica, i due Gianni e due amici di cui non conosco i nomi.
Formiamo un bel gruppo numeroso e solidale, situazione un po' insolita per me abituato a correre di solito da solo, ma oggi il ritmo che intendo tenere è perfettamente congeniale al loro e quindi ci gioviamo tutti di questa coincidenza scambiandoci esperienze sulle ultime gare corse in particolare sulla maratona e maratonina di Trieste, e sui prossimi obiettivi fra i quali il mio Passatore assume la sua centralità.
Corro ormai in uno stato di leggerezza mentale totale, le gambe si fanno sentire un minimo, ma ho tanta voglia di completare questo ultimo test come si deve: transito alla maratona in 3:24' e ai 50 km in 4 ore; la presenza di un gruppo così numeroso è anche l'occasione per stimolare qualche amico a svolgere un lavoro diverso dal solito e provare ad andare in progressione nel finale; mi sento bene, mi metto alla guida del plotoncino ma poco dopo questo incremento di ritmo si farà sentire nelle mie gambe.
Procedo continuamente a bere sali che nel frattempo si sono esauriti nelle mie borracce, mi alimento anche mangiando la banana e le maltodestrine, il sole picchia forte dopo settimane di tempo incerto: buon per gli alpini che possono terminare i propri festeggiamenti nella vicina Trieste.
Intanto il gruppo si sfoltisce, rimaniamo solo io, Nuccio e il nuovo venuto Max che essendo fresco si informa di quanto dobbiamo correre e a che ritmo; ho ormai deciso che completerò 37 giri del Parco i maniera da superare i 60 km.
Nuccio si ferma quando mi mancano solo due giri, ha svolto benissimo il "suo lavoro" da lepre, gliene sono grato come pure a tutti gli altri e se questo sogni che sto coltivando diverrà realtà, se ossia riuscirò a completare la 100 km del Passatore una parte del merito sarà anche loro.
Gli ultimi due giri li affronto con la sola compagnia di Max che mi chiede se me la sento di aumentare un po', andiamo in progressione e finisco inanellando i due giri più veloci toccando nell'ultimo addirittura la media di 4' 07'' che non è male al termine di 60 km.
All'arrivo un nuovo arrivato all'oscuro di tutto mi chiede come mai sono così stanco e dice di vedermi taciturno: cosa ne sa lui di quello che ho fatto, e soprattutto cosa ne so io se questi 60 km che ho corso a soli 14 giorni della gara in 4:47' 17'' alla media di 4' 44'' saranno funzionali alla conquista dell'obiettivo che mi sono prefissato, di sicuro ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità.
Antonio Lokomotiv Margiotta

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